13 ottobre 2007

1997: Il risveglio del continente

ALBA AFRICANA



Madagascar: baobab all'alba
Fonte: http://www.vds.bologna.enea.it/

Presentiamo un articolo sull'aiuto pubblico (Aps) italiano pubblicato su "Mondo Economico", il glorioso settimanale de "Il Sole-24 Ore". L'articolo faceva parte del Dossier "Il risveglio del continente: Alba Africana". Questo numero, del 9 giugno 1997 - anno LII n° 20, è stato anche l'ultimo pubblicato dalla famosa testata. "Mondo Economico" ha chiuso le rotative dopo aver insegnato a tanti italiani la "grammatica elementare" dell'economia, della finanza, della politica e della cultura. Un vero peccato! Un vero e proprio lutto nel Mondo economico.
N.B. Le foto non fanno parte dell'articolo.

PRIMO PIANO

Il risveglio del continente: Alba Africana

Un bel sorriso di una bella bambina africana
Fonte:
http://www.savepeopleorg.org

AFRICA/Dopo il taglio degli aiuti
L'Italia persevera nell'errore

La nuova cooperazione nasce malata di burocrazia

di ROBERTO MAURIZIO

la cooperazione allo sviluppo dell'Italia con i Paesi dell'Africa sub-sahariana ha avuto, negli ultimi dieci anni, un anda­mento irregolare. Dopo l'enorme in­cremento dei nostri aiuti registratosi nella se­conda metà degli anni 80 (60-70% dei doni totali e 50-55% dei crediti, 1.200 miliardi i pri­mi e 400 miliardi i secondi), si è assistito pri­ma a una contenuta flessione (600 miliardi per i doni e 150 miliardi per i crediti), poi a un drastico e incisivo taglio: 200 miliardi e 40 mi­liardi. Il risultato, la paralisi del nostro aiuto all'Africa e la sospensione delle attività di tut­te le commissioni miste italo-africane.
Alla riduzione degli aiuti non è stato con­trapposto nessun cambiamento della nostra politica di cooperazione verso l'Africa. Al co­siddetto sistema "a pioggia abbondante", cioè elargizioni di fondi a quasi tutti i Paesi della regione, è subentrato quello "a pioggia rarefat­ta", pochi soldi ma sempre a molti Paesi. Dei 48 Stati appartenenti alla regione, ben 26 sono attualmente "beneficiari" dei nostri aiuti. La sola differenza fra presente e passato è l'am­montare complessivo dei fondi.
Nel 1988, Etiopia e Somalia, da sole, ottene­vano più di 1.300 miliardi di lire tra doni e cre­diti di aiuto. Oggi l'Angola, Paese di prima priorità per la cooperazione italiana sin dal novembre del 1989, riceve aiuti a dono per 15 miliardi, il Burundi sta aspettando ancora la realizzazione del programma triennale di 20 miliardi di lire a dono deciso dall'ultima com­missione mista italo-burundese tenutasi a Roma nel dicembre 1990. Nel 1995, il Congo ha ottenuto cinque miliardi, il Kehia 11, il Ma-lawi 2,5,0 Ruanda 19 e, per finire, la Namibia 500 milioni.

Un segnale atteso

Selezionatrice di spezie, fabbrica di pepe di Forth Douphin
Fonte: http://www.wds.bologna.enea.it/

Da un eccesso all'altro. Quando troppo, quando troppo poco. La cooperazione deve essere sganciata dagli umori delle forze poli­tiche al potere. Gli impegni assunti in ambito Onu vanno onorati. L'Italia ha riconosciuto formalmente il diritto allo sviluppo dei Paesi africani, si è assunta la responsabilità di rag­giungere entro breve tempo l'obiettivo dello 0,7% del Pnl in aiuti, ha sottoscritto la Dichia­razione di Parigi del 1981 di destinare lo 0,15% del Pnl ai Paesi meno avanzati. E gli africani, che hanno sempre apprezzato la cooperazione italiana, stanno aspettando da noi un segnale forte e chiaro.
Su 48 Paesi della regione, 31 hanno registra­to negli ultimi anni incrementi sostanziali del reddito prò capite e del Pil (+5,6% annuo). Nei prossimi dieci anni, secondo la Banca mon­diale, è attesa una crescita media di questo in­dicatore dell'ordine dell'8-10% annuo. Questi risultati sono stati ottenuti grazie ai forti inve­stimenti diretti esteri privati, ma anche attra­verso il contributo della cooperazione bilate­rale e multilaterale. La risposta italiana all'in­cessante domanda di aiuto da parte dell'Afri­ca è stata di totale chiusura. Il nostro Paese è troppo impegnato a risanare l'economia e a rianimare il fantasma che da sempre volteggia negli ambienti della cooperazione: l'Agenzia per lo sviluppo. Questo nuovo ente pubblico, sorvegliato a vista dalla Corte dei conti, sarà accompagnato da un centro di servizi per la formazione, dalle regioni, dal volontariato e dalle Ong. A capo di questa struttura saranno posti i ministeri degli Esteri e del Tesoro. Na­scerà il Caps (Comitato per l'aiuto pubblicoallo sviluppo) presieduto da un sottosegreta­rio delegato e costituito dagli attuali rappre­sentanti del Comitato direzionale e da quelli dei ministeri dell'Ambiente, degli Affari socia­li, delle Pari opportunità, della Pubblica istru­zione e dell'università e per finire da un rap­presentante delle Regioni. •

"Campionato di calcio africano"
Fonte: http://www.wds.bologna.enea.it

giugno 1997 MONDO ECONOMICO

Nessun commento:

Posta un commento